Buoni propositi
È iniziato da poco un nuovo anno, e come ben sapete per molte persone questo significa fare una bella lista di buoni propositi. Imparare una nuova lingua, fare più attività fisica, mangiare meglio, smettere di fumare, leggere cinquanta libri, usare meno i social, e mille altre meravigliose torture autoinflitte che potete aggiungere a vostro piacimento. E, se non siete nati ieri, probabilmente sapete anche che spesso queste liste di buoni propositi si trasformano in deprimenti raccolte di fallimenti.
Dato che il 2023 è già iniziato da un mese è probabile che fra chi mi legge ci sia qualche persona che ha già messo da parte alcuni dei buoni propositi per quest’anno. In questo articolo vorrei dire a quelle persone che non tutto è perduto: non è passato nemmeno il 10% del 2023. Potete ancora riprendere in mano quei buoni propositi e non aspettare il 2024 per riprovarci.
Iniziamo.
Il primo problema coi buoni propositi è che non sono altro che obiettivi. E un elenco di obiettivi, da solo, non porta da nessuna parte. Quello che serve davvero non è un obiettivo, ma una strategia concreta per raggiungere una meta. “Voglio imparare il francese” è un obiettivo. “Studio francese mezz'ora al giorno” è una strategia (o un piano, o un sistema, usate pure la parola che volete).
Perché una strategia sia davvero efficace, e non venga abbandonata in pochi giorni, deve diventare un'abitudine. Quindi il nocciolo della questione è: come faccio a creare una nuova abitudine? Bella domanda.
Se anche voi vi trovate nella misera condizione di essere degli Homo sapiens, sapete bene che dopo una certa età è difficilissimo modificare tratti radicati della nostra personalità. Uno dei motivi per cui è difficile è che ormai abbiamo consolidato delle abitudini, ovvero schemi comportamentali predefiniti, che svolgiamo senza nemmeno pensarci.
Se siete persone sedentarie che si svegliano tutti i giorni alle sette del mattino da quindici anni, difficilmente vi verrà naturale alzarvi alle cinque del mattino e andare a correre. E limitarsi a decidere di farlo, come buon proposito del 2023, non lo renderà più semplice. Quello che succede quasi sempre è che magari si esce nei primi giorni, ma basta davvero poco per cedere alla tentazione di dormire ancora dieci minuti, o di dire “oggi piove, mi prendo una pausa”. E poi i giorni di pausa diventano due, poi tre, poi una settimana, ed eccoci ritornati alla nostra routine precedente, con sveglia alle sette e sedentarietà cronica.
Siccome creare nuove abitudini è difficile, è importante semplificarci la vita con alcuni trucchetti. Il primo è che la nuova abitudine deve, almeno all'inizio, essere più facile possibile. Ad esempio invece di metterci in testa di uscire alle cinque del mattino per correre (è faticoso anche solo scriverlo), è più utile creare un'abitudine ridicolmente semplice. Come alzarsi dal letto e indossare le scarpe da corsa. E basta. È così semplice che il vostro cervello non può creare scuse per non fare questa azione. Ci metti tre secondi, suvvia. Ed è ovvio che una volta che avete le scarpe da corsa indossate è molto più semplice andare a correre. Quindi concentratevi su creare microabitudini che, una volta sviluppate, vi permetteranno di costruirci sopra abitudini più utili e complesse.
Il secondo trucchetto è creare un ambiente attorno a voi che favorisca la nuova abitudine. Se volete mangiare meno dolci, non tenete dolci in casa. Se volete andare a correre, tenete le scarpe da corsa bene in vista e i vestiti già pronti la sera prima. Insomma, createvi un ambiente che vi facilita la vita, e vi permette di “comportarvi bene” senza bisogno di fare troppo affidamento sul vostro autocontrollo (che oltre ad essere faticoso da fare, è notoriamente inaffidabile). In questo senso aiuta anche avere dei compagni di avventura che vi supportano e vi creano una pressione sociale positiva. È più facile passare a una dieta vegana se avete coinquilini vegani, rispetto a se avete coinquilini onnivori che vi tentano a ogni pasto.
Terzo e ultimo trucchetto per oggi: invece di pensare per obiettivi, pensare in termini di identità. Ad esempio invece di pensare “voglio scrivere un libro”, che è un obiettivo astratto, è più utile pensare “sono una scrittrice”, che è una affermazione sulla nostra identità. Oppure invece di pensare “voglio mangiare meglio” è più utile pensare “sono il tipo di persona che mangia bene” (qualsiasi cosa questo significhi per voi). Affermando in questo modo la vostra identità è più facile prendere scelte migliori nel quotidiano. Se io sono una scrittrice, o un'atleta, o una persona che mangia bene, basta pensare: cosa farebbe una scrittrice/atleta/persona che mangia bene in questa situazione? Se sei una scrittrice, scrivi. Il libro sarà una conseguenza.
In ogni caso, qualsiasi tipo di persona deciderete di essere, buon resto di 2023!