Perché online siamo delle carogne?
Il World Wide Web ha più di trent'anni, quindi ormai avrete già osservato che online le persone tendono a comportarsi diversamente rispetto alla vita offline. Sappiamo che è comune sentirsi più disinibiti online, e questo porta ad adottare comportamenti che nella “vita reale” non ci appartengono. Ad esempio litigare in modo violento con sconosciuti per un articolo giornale, mentre dal vivo ognuno si farebbe gli affari suoi. O denigrare pubblicamente una persona su un suo profilo social (sapendo che ci può leggere) mentre dal vivo non oseremmo mai.
Questo fenomeno è noto come l'Online Disinhibition Effect (Suler, J.; 2004), ed ha origine in una serie di dinamiche dovute al modo con cui le interazioni online differiscono da quelle offline. Vediamo quelle principali.
Tu non sai chi sono (anonimità dissociativa)
Anche nel mondo post-Facebook, che ci ha abituati a portare online la nostra “vera identità”, è spesso ancora possibile interagire in totale anonimato. Gli interlocutori sanno di noi ciò che noi decidiamo di dire. L'anonimato permette di separare le nostre parole e azioni dalla nostra identità, e questo porta facilmente a deresponsabilizzarsi.
Tu non mi puoi vedere (invisibilità)
Dal vivo quando parliamo con una persona percepiamo tutta una serie di segnali non verbali che nella comunicazione online testuale mancano. Vedere il volto altrui, percepire le sue emozioni, permette di calibrare molto meglio ciò che stiamo per dire o per fare. L'assenza totale di queste informazioni nelle chat, nei forum, nei commenti online, è una enorme componente della disinibizione.
Ci vediamo dopo (asincronicità)
Quando scriviamo qualcosa online, spesso non ci aspettiamo una risposta immediata. Le conversazioni non si svolgono in tempo reale. Questo implica non dover gestire la reazione immediata della controparte, che invece è una componente essenziale nelle comunicazioni dal vivo. Non dovendo gestire reazioni in tempo reale, siamo portati a dire e fare cose che dal vivo eviteremmo.
È solo un gioco (immaginazione dissociativa)
Può capitare che il mondo online, con le persone che lo abitano, venga considerato tutto un gioco, separato dalla “vita reale” offline. Le persone con cui interagiamo sono quindi personaggi all'interno di questo gioco. Sparare a un personaggio in un videogioco è meno grave che sparare a una persona dal vivo. Allo stesso modo insulti, offese, molestie, bullismo online possono essere percepiti (dall'aggressore) come una sorta di finzione separata dalla vita offline, e quindi meno gravi e senza reali conseguenze.
Siamo uguali (minimizzazione dell'autorità)
Lo status sociale di una persona impatta molto il modo con cui interagiamo con lei dal vivo. Difficilmente si dice tutto ciò che si pensa davanti a una figura percepita come autorevole, per paura di ricevere disapprovazione o punizioni. Tutto ciò online conta molto meno, al punto di essere irrilevante. La percezione è che chiunque possa dire la propria, e che siamo tutti uguali. Questo porta a esprimersi in modo più disinibito davanti a chiunque.
Vorrei sottolineare come tutti questi fattori possono portare a conseguenze sia positive sia negative. Così come la disinibizione può portare ad un’aumentata probabilità di aggressioni e bullismo, può portare ad aprirci con le persone di cui siamo innamorati, fare coming out e uscire dagli stretti limiti imposti dal nostro ambiente familiare e sociale. Allo stesso modo la minimizzazione dell’autorità può portare a un ambiente meno gerarchico e meno formale, favorendo interazioni oneste e creative.
In ogni caso, che sia per i suoi aspetti positivi o che sia per quelli negativi, va ricordato che la disinibizione online è un fenomeno reale. Tener conto delle nette differenze con le interazioni offline può aiutarci a gestire in modo più efficace la nostra vita digitale.