Mi sono da poco laureata in fisica,1 e in questo articolo raccolgo a caldo alcuni consigli per chi ha scelto di iniziare la triennale in questa disciplina. Di seguito assumerò che chi legge abbia una seria intenzione di studiare fisica a livello universitario.
Due considerazioni banali ma importanti.
La triennale in fisica è un percorso che richiede un impegno serio e possibilmente a tempo pieno. Di solito ottiene risultati migliori chi fin da subito ha un approccio diligente, maturo e professionale. Questo significa seguire le lezioni, partecipare attivamente, studiare e fare esercizi di volta in volta, evitando di fare tutto all’ultimo minuto prima degli esami. Dovrebbero essere tutte banalità, ma nella pratica ignorare o sottovalutare queste banalità causa a una fetta consistente delle matricole drammatiche difficoltà a superare i primi corsi, portando spesso all’abbandono (le aule si dimezzano in pochi mesi).
Inoltre la fisica è una scienza quantitativa, e sua componente essenziale è la matematica. Potrebbe sfuggirvi all’inizio, ma la matematica e i formalismi introdotti nei primi due anni vanno considerati un po’ come imparare l’alfabeto o le tabelline. Non state imparando matematica esoterica avanzatissima. State acquisendo gli strumenti che userete quotidianamente per pensare.
Studiare fisica, diventare fisici.
Oltre a inculcarvi nozioni che in gran parte stanno nei libri, l’università ha anche il ruolo di inserirvi in un contesto. Il contesto della fisica svolta a livello professionale, da persone che studiano e lavorano a tempo pieno in questo ambito. Per questo motivo le interazioni con altre persone più esperte di voi sono fondamentali. Salendo di livello vi accorgerete che la fisica sta sempre meno dentro a libri di testo e sempre più in sparse comunicazioni, pubbliche e private, fra fisici.
Purtroppo è comune per gli studenti avere un po’ di timore ad approcciare i professori, anche solo per fare semplici domande durante le lezioni. Se questo è il vostro caso, allenatevi a rendere le interazioni coi docenti un’abitudine, tramite domande in aula e incontri in ufficio. Questo non solo vi farà apprendere di più e renderà gli esami orali meno traumatici, ma affinerà le vostre capacità di parlare di fisica, con cognizione di causa, con dei fisici. Che, attenzione, non significa da subito voler parlare di teoria delle stringhe con il prof di Fisica 1 durante la pausa caffè. Significa iniziare ad essere in grado di porre quesiti (e talvolta dare risposte) che abbiano senso e siano appropriati al contesto di una triennale in fisica, con un linguaggio preciso e comprensibile da altri fisici, sapendo supportare i propri argomenti e seguire i ragionamenti altrui tramite la matematica e la fisica apprese in precedenza.
Costruire le fondamenta, prima del tetto.
Allo studente tipico mancano troppi tasselli per sapere davvero cosa fare da grande. Non solo mancano concetti e nozioni specifici dei vari settori della ricerca attuale, la familiarità con i problemi aperti e con le attività quotidiane tipiche di chi fa ricerca, ma mancano soprattutto concetti e nozioni di base—quelli appunto che si acquisiscono con una triennale in fisica—che impediscono di poter anche solo formulare le domande in modo sensato. Per questo motivo è saggio, almeno inizialmente, focalizzarsi sul prendere confidenza con questi concetti e attività di base. È una buona palestra farsi domande a partire da ciò che si impara a lezione, collegando i puntini fra i vari corsi. È invece meno saggio snobbare l’importanza dei primi corsi per via di una prematura fissazione con “le grandi domande della fisica”. Sarebbe come rifiutarsi di imparare a camminare perché poco stimolante rispetto al grande obiettivo di vincere la maratona alle Olimpiadi.
Da problem wonderer a problem solver.
La fisica non è una sola, ma è diversa a seconda del livello con cui la si affronta. Vedere cento video e leggersi cento libri divulgativi non rende capaci di superare un esame di meccanica quantistica. Superare esami non fa scaturire dal nulla la capacità di produrre lavori originali di interesse per la comunità scientifica. Livelli diversi sono caratterizzati da attività qualitativamente diverse, che non emergono da una semplice estensione quantitativa delle attività del livello precedente.
Chiarito ciò, alla triennale è richiesta la capacità di acquisire rapidamente concetti che stanno alla base della fisica contemporanea, e di applicarli con precisione e flessibilità per risolvere semplici problemi. Per la maggior parte degli studenti è quindi necessario passare da una visione della fisica basata soprattutto sul fascino verso le grandi domande2 a una mentalità basata sulla disciplina, precisione e persistenza nel risolvere piccoli problemi. Non basta più essere solo dei problem wonderer, ma ci si deve evolvere in problem solver.
Non è un caso che i più pedanti con la terminologia—tipo pignoleggiare sulla distinzione fra peso e massa anche dal fruttivendolo—siano spesso proprio gli studenti della triennale. Chi studia alla triennale è esattamente nella fase in cui deve imparare a far attenzione ai piccoli dettagli. Quei dettagli che chi non si occupa professionalmente di fisica non ha le competenze, la voglia o il tempo di considerare.3
In conclusione, uno dei principali motivi dell’abbandono di una triennale in fisica (solitamente nei primi due anni) è proprio l’incapacità di fare il balzo da problem wonderer a problem solver. In particolare l’incapacità di coltivare le piccole attività quotidiane che andranno a costruire e consolidare la cassetta degli attrezzi di un fisico. C’è differenza fra la fisica e la filosofia, o fra la fisica e la storia della fisica. O fra fare fisica e farsi raccontare la fisica. E parte di questa differenza sta nelle innumerevoli ore passate a risolvere quantitativamente tanti piccoli problemi. Ricordatevelo quando affronterete i primi corsi!
Evvai.
Che è spesso ciò che porta a iscriversi a fisica, dopotutto.
Fisici esperti talvolta possono apparire meno precisi nel linguaggio, perché la loro intuizione fisica è più raffinata e necessita meno di essere guidata dal puro formalismo.
Congratulazioni e ad maiora!
Io inizio la triennale quest’anno; grazie mille per i consigli :)