
È agosto. C’è chi gradisce passare il tempo leggendo romanzi in spiaggia. Chi preferisce fare gite in montagna, e chi grigliate in campagna. A me invece piace passare il tempo a leggere tabelle piene di dati. Cosa c’è di meglio che tanti rettangolini pieni di cifre1?
In uno dei miei viaggi nel mondo dei rettangolini mi sono imbattuta sugli ultimi dati di Almalaurea sui laureati nel 2023. C’è troppa roba per essere riassunta tutta in un articolo.
Qui mi voglio concentrare su un corso di laurea soltanto: la triennale in fisica. I dati di Almalaurea permettono infatti di estrarre un interessante identikit del tipico laureato in fisica.
Per scoprire se la vostra esperienza personale è sovrapponibile a questi dati, e se e i vostri stereotipi sono confermati o smentiti, continuate a leggere.
Quanti sono i laureati in fisica?
I laureati in fisica sono abbastanza rari. Nel 2023 sono stati 2057, ovvero l’1,26% di tutti i laureati triennali. Come confronto con lauree molto popolari: i laureati in ingegneria2 sono il 12,7% del totale, i laureati in economia3 sono il 10,8%, i laureati in professioni sanitarie4 il 6,5% e i laureati in psicologia il 4,8%.
Quante sono le donne laureate in fisica?
Ancor più rare sono le donne laureate in fisica, che è fra le lauree con la più bassa presenza femminile. Fisica ha infatti il 32,4% di donne sul totale dei laureati (poco sopra a ingegneria industriale e ingegneria dell’informazione). In media su tutte le triennali circa il 60% di chi si laurea è di genere femminile. Non vi stupirà scoprire che informatica è la laurea più virile, con solo il 14% di donne laureate. All’estremo opposto c’è la laurea in scienze dell’educazione (L-19) con il 94,4%.
A che età ci si laurea?
Fisica è fra le lauree triennali in cui mediamente ci si laurea prima (23,7 anni). La media delle triennali in Italia è 24,5 anni. Alcune lauree umanistiche come filosofia, beni culturali e storia tendono ad avere un’età media maggiore (per storia la media è 27,4 anni).
L’estrazione sociale dei laureati in fisica.
Ho sempre avuto il sospetto che l’estrazione sociale di chi studia fisica non fosse rappresentativa della popolazione generale, ma non mi aspettavo così tanto.
In primo luogo, fisica è la laurea con la più alta percentuale (48,9%) di laureati che hanno almeno un genitore laureato. Subito dopo c’è matematica (45,2%) e poi filosofia (44,7%). La media delle triennali è 29,4%, e al fondo della classifica ci sono lauree come scienze dell’educazione (13,4%) e professioni sanitarie (18,8%). È abbastanza evidente come fisica sia una laurea che più di altre attrae persone che provengono da famiglie con un’istruzione di partenza molto più elevata della media.
Questo è probabilmente associato al secondo dato: fisica è la laurea con la più alta percentuale di laureati che dichiarano di essere di “classe sociale elevata” (30%). Per la cronaca, la media è il 21%, e al fondo della classifica ci sono sempre scienze dell’educazione e professioni sanitarie (11,7% e 11,5%).
Il percorso scolastico dei laureati in fisica
Fisica vince anche un’altra classifica: quella della percentuale di laureati che provengono dal liceo scientifico (78.9%), appena sopra a matematica (78,8%).
Sempre queste due lauree, a posti invertiti, sono in vetta alla classifica del voto di diploma medio (92,8 a matematica e 91,3 a fisica). La media su tutte le lauree è 82,8, e in fondo alla classifica c’è scienze motorie (76,2). Quindi chiaramente chi si laurea in fisica era spesso già un secchione un bravo studente durante la scuola.
Questo probabilmente contribuisce al fatto che quasi tutti i laureati in fisica si sono iscritti immediatamente in università. Solo il 4,6% si è iscritto con 2 o più anni di ritardo5 (la media su tutte le lauree è 15,9%).
La carriera universitaria del laureato in fisica
Durante il percorso universitario la performance non pare essere particolarmente eccezionale. La media dei voti (26,3) e il voto di laurea (102,9) sono un po’ sopra la media delle triennali, ma la percentuale di chi si laurea in corso (55,3%) è un po’ sotto la media.
Tuttavia è difficile confrontare le differenti lauree e i differenti laureati semplicemente dai voti e dal tempo impiegato a laurearsi, perché da corso a corso può cambiare il carico di lavoro. Quindi andiamo al prossimo punto: quanto è difficile la triennale in fisica?
Quando viene posta ai laureati in fisica la domanda “il carico di lavoro è adeguato alla durata del corso di laurea?”, solo il 25,9% risponde “decisamente sì”. La percentuale più bassa di tutti i corsi di laurea triennale (la media è 40,6%). Chiaramente la percezione di difficoltà può essere soggettiva, ma è comunque un dato interessante (soprattutto perché dai dati si evince che chi si laurea in fisica è spesso un ottimo studente di liceo scientifico, probabilmente abituato e allenato a studiare molto).
Infine, ben l’85,9% intende iscriversi a una laurea magistrale. È un dato piuttosto alto, dovuto al fatto che una triennale in fisica è un po’ un percorso “a metà”. Prima dell’avvento del nuovo ordinamento la laurea in fisica durava 4 anni. Ora è stata spezzata in 3+2. Anche se il carico di studio della triennale è notevole (e la causa è probabilmente proprio aver cercato di comprimere 4 anni in 3), in tre anni non si riesce davvero a concludere il percorso di studi. Per un percorso completo serve anche la magistrale (e per una carriera in ambito della ricerca è necessario il dottorato).
Lavorare mentre si studia
Unendo il fatto che fisica è percepita come parecchio difficile da una buona fetta di chi la fa, e che chi la fa è spesso proveniente da una situazione socio economica relativamente privilegiata rispetto alla media italiana, non dovrebbe soprendere6 scoprire che fisica è fra le lauree con il minor numero di lavoratori-studenti (1,3%). L’ultima è matematica, con l’1,1%, mentre la media su tutti i laureati triennali è il 6,4%.
Conoscenza linguistica: inglese, C, python
Tolte lauree in cui ci si specializza in lingue (lingue, mediazione linguistica), fisica è laurea in cui il maggior numero di laureati sa scrivere e parlare inglese. Ad esempio il 79,3% dei fisici dichiara abilità scritte di livello B2, contro una media dei laureati triennali di 56,3%. A scienze dell’educazione la percentuale è del 23%.
Allo stesso modo, tolte le lauree in cui ci si specializza in informatica, fisica è la laurea con il maggior numero di persone che dichiarano di avere una buona conoscenza di linguaggi di programmazione (49,8%). Qui la distribuzione è molto più distorta, dato che tutte le lauree tranne una manciata sono sotto al 15% (le uniche classi di laurea che superano questa percentuale sono informatica, ingegneria dell’informazione, fisica, matematica, statistica e ingegneria industriale).
Considerazioni finali
Nonostante l’identikit del fisico medio che emerge dalle statistiche di Almalaurea differisca notevolmente da alcune parti del mio curriculum (ad esempio come percorso scolastico e come età), ammetto di aver trovato parecchie somiglianze con la maggioranza dei laureati in fisica che conosco o ho avuto modo di conoscere nella mia vita. Insomma la mia esperienza diretta, anche se aneddotica, è abbastanza sovrapponibile alle statistiche di Almalaurea.
Chiaramente sono, appunto, statistiche. Esistono sempre eccezioni. È ovvio che per laurearsi in fisica (e in generale per diventare fisici) non sia necessario essere figli di genitori fisici con nonni fisici e iscriversi a fisica a 18 anni dopo essere usciti dallo scientifico con 100. Tuttavia l’intrinseca difficoltà del percorso tende per sua natura a favorire persone con un certo tipo di vantaggi di partenza (come il provenire da una famiglia con risorse economiche e culturali superiori alla media), banalmente perché queste hanno con più probabilità meno attriti esterni e più supporto dal loro ambiente. E questo è ben rispecchiato dai dati.
Per ora fermo qui le mie considerazioni. Vorrei invece sentire le vostre considerazioni (soprattutto se siete fisici e/o conoscete fisici). Questi dati vi sorprendono? Oppure sono in linea con le aspettative?
forse cerchietti pieni di cifre, ma è più difficile costruirci tabelle
L-7, L-8, L-9
L-18
professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica (L/SNT1, SNT/1)
ehi ma parlano di me!
la mia ipotesi è che questo sia dovuto a una combinazione di mancanza di tempo e mancanza di necessità