Da quando sono ritornata in università ho notato una grossa differenza rispetto alla mia precedente esperienza accademica.
Negli ultimi dieci anni il mio corso di laurea si è progressivamente digitalizzato. In particolare le lezioni ora sono tutte registrate audio+video. Salvo gli inevitabili problemi tecnici, questo è un chiaro aiuto in più e fornisce diversi ovvi vantaggi, fra cui:
Potersi vedere le lezioni degli anni passati, per prepararsi a ciò che verrà.
Potersi vedere le lezioni di altri professori (per curiosità o per sentire spiegazioni delle stesse cose da punti di vista diversi).
Potersi rivedere le lezioni dopo averle già seguite, come ripasso o per rivedersi passaggi poco chiari, o troppo rapidi per poter prendere appunti con efficacia.
In generale potersi vedere tutte le lezioni da casa (in diretta o in differita), nel caso si sia impossibilitati o poco vogliosi di andare in aula.
Parentesi { Ci tengo a sottolineare che tutto ciò non è nuovo in assoluto: in università statunitensi ad esempio videoregistrano le lezioni da decenni, ed esistono registrazioni audio anche dei primi anni sessanta (esempio notevole: le Feynman Lectures). Tuttavia è nuovo nella mia esperienza da italiana in università pubbliche italiane. }
Si pone quindi la domanda: è diventato inutile seguire le lezioni in aula dal vivo? Perché mai qualcuno dovrebbe alzarsi presto, uscire al freddo e al gelo (o al caldo torrido, perché non ci sono più le mezze stagioni), prendere il mezzo di trasporto di turno per andare in università, accalcandosi in aule scomode in attesa dei docenti in ritardo, il tutto per seguire lezioni identiche a quelle online?
Ovviamente la risposta in parte dipende dalla vostra situazione. Queste argomentazioni sono per me seducenti, perché non sono troppo socievole e mal sopporto gli spostamenti fisici. Altre persone invece si energizzano in contesti sociali e patiscono l’isolamento. Altre ancora hanno poca scelta per via di oggettive condizioni fisiche che rendono impraticabile la frequenza dal vivo (o viceversa impraticabile la frequenza online).
Ma se siete in una situazione simile alla mia la domanda ve la siete posta di sicuro.
La conclusione a cui sono arrivata è che frequentare le lezioni dal vivo rimane utile, a patto di non vivere la lezione in aula come fareste con un video. In particolare frequentare regolarmente l’ambiente universitario:
può avere effetti positivi sull’autodisciplina e la motivazione (anche dopo le lezioni: ad esempio trovo la biblioteca un ambiente favorevole allo studio… chi l’avrebbe mai detto!);
vi dà l’opportunità di interagire dal vivo con persone esperte, e questo ha un valore enorme che va ben oltre l’assorbimento di singole nozioni che potreste trovare anche online in autonomia;
vi permette di sviluppare gradualmente l’arte di comunicare idee in tempo reale con professionisti del settore come loro pari. Abilità difficile da sviluppare solo sui libri o online.
I docenti sono solitamente persone esperte negli argomenti che insegnano, e spesso svolgono o hanno svolto la stessa professione per la quale voi state studiando. Poter interagire con loro è una delle peculiarità che rende il frequentare l’università ancora una scelta competitiva rispetto a vedersi video su YouTube e leggersi Wikipedia (perlomeno in Italia e varie parti d’Europa, dove i costi sono ancora ragionevoli; potrebbe essere diverso in USA).
Inoltre l’università è (o dovrebbe essere) un contesto sociale favorevole allo sviluppo e al mantenimento di disciplina e motivazione nello studio. Soprattutto quando si tratta di argomenti complessi e poco presenti nella vita quotidiana della persona comune (come appunto fisica e matematica).
In alcuni settori questo credo sia ovvio: se volete diventare medico è chiaro che essere circondati tutti i giorni da medici, libri di medicina e pazienti, e indossare il camice invece del pigiama, sia non solo più efficace ma anche fondamentale per prepararsi alla professione.
Ma questo vale anche se gli argomenti studiati sono per qualche motivo più adatti ad essere confezionati in formato mp4. Per sviluppare competenze da fisici è realisticamente più efficace circondarsi da fisici di professione, libri di fisica, futuri fisici e bozze di progetti di acceleratori di particelle, rispetto a stare nel salotto con il gatto e la nonna che fa l’uncinetto mentre guarda Maria De Filippi.
Una piccola nota prima di chiudere: non vorrei sembrare troppo ottimista sull’utilità delle lezioni frontali classiche. Credo che avendo nuovi e più variegati mezzi a disposizione rispetto ai nostri bisnonni sia sensato modificare il contenuto delle lezioni dal vivo, focalizzandosi su ciò che è più efficace convogliare dal vivo e più difficile convogliare digitalmente: interattività, dimostrazioni sperimentali, progetti di gruppo, sottolineare i fondamenti concettuali degli argomenti trattati, etc.
Questa è la mia attuale opinione dopo le prime sette settimane di lezioni. Essendo questi pensieri provvisori e in divenire mi piacerebbe molto sentire le vostre opinioni in proposito. Trovate le lezioni dal vivo una pratica obsoleta o credete abbia ancora la sua utilità?
Esiste una via di mezzo, ossia lezioni video ma sempre live, da poter seguire comodamente da casa. Questo permette di evitare di uscire al freddo o caldo torrido e allo stesso tempo di poter interagire durante la lezione con domande, commenti, ecc. L’interazione in classe - quello che in US chiamano class participation - è secondo me fondamentale. Il nostro sistema universitario, anche se ha sicuramente fatto passi avanti mutuando da modelli più efficaci come quello statunitense, si basa ancora troppo su un formato di consumo di conoscenza “professore spiega e studente ascolta”, dando ancora troppo poca importanza alla class participation (che negli US conta per il 30-40% del voto finale, in alcuni casi). Harvard, per esempio, è famosa per il suo metodo “case-based”, dove gli studenti imparano non dalla “spiegazione” del professore, ma dalla discussione in classe di un caso pratico che hanno preparato a casa. Non sono sicuro se questo avvenga per tutte le discipline, ma ad esempio Harvard Business School è 100% case-based. Non esiste la lezione classica, tutto viene discusso (e spiegato, se necessario) durante la discussione. Certo, per poter realizzare un metodo educativo 100% case based un’università deve avere 100% outstanding professors (perché solo quelli bravi riescono ad aimentare e moderare la discussione in modo tale che tu alla fine hai imparato quello che dovevi imparare), e questo non è sempre possibile. Quindi la bottom line di questo mio lunghissimo commento è che sono d’accordo con te sui benefici delle lezioni dal vivo vs lezioni registrate, ma credo che oggi sia possibile realizzare anche sistemi live misti, dove non serve togliersi il sotto del pigiama, per intenderci. :)